martedì 31 dicembre 2013

As...saggi a fine anno: 6 fondamentali scoperte!

Ebbene siamo arrivati all'ultimo dell'anno. 
Leggo su Fb e Twitter elenchi infiniti di buoni propositi per un anno che verrà e altrettante frecce iraconde scagliate sul muro (di gomma) del 2013, quasi a voler dimenticare i fallimenti nostri e altrui. Siamo tutti ottimisti e anche un po' fatalisti, pare che questo 2014 ci laverà le menti infangate dal nefando '13'. E dire che a me il 13 porta fortuna!
Anyway, io voglio essere positiva, spero che apprezzerete questo rin-tocco di ottimismo in tempi di lupi magri, e mi auguro di farvi sorridere e ben sperare, al di là delle profezie numerologiche, per un futuro prossimo ricco (in tutti i sensi), anche ora, che è ancora il 31.
Ultimamente mi sento più matura, sono giunta infatti a interessanti conclusioni su temi che mi appassionano da un po': la cucina, gli esseri umani e la musica. Ve ne faccio dono, chissà che possano illuminare alcuni  oppure avvicinare chi è già su queste rotte....?



8 FONDAMENTALI SCOPERTE dell'anno '13'


1-I LEGUMI:
Non sono solo piselli e  fagioli: ragazzi aprite bene gli occhi, leggete, frequentate i negozietti degli alimenti sfusi, cimentatevi nella preparazione di quei legumi di cui non avete mai sentito parlare, ad esempio le CICERCHIE, sostituite per una volta le cerchie di amicizie gmail con le ci-cerchie :-), sono legumi vecchi come il mondo, cicciottelli e buonissimi, a seguire le lenticchie non solo a capodanno ma anche in primavera, per dire.. nel favoloso burger di Mario Bianchi (ehehehe, sono una sua fan), e la soia, che non è solo una salsa ma si presenta anche in piccole palline bianche e ci potete fare polpette e sformati.
L'apporto nutrizionale dei legumi equivale alla carne, che invece contiene la "putrescina", scusate ma solo il nome scoraggia. 

2- PANETTONE AI MARRONI:
Nella mia cittadina ho conosciuto un Pastri-Chef davvero unico: oltre ad aver realizzato un "lussuoso"panettone d'oro e diamanti fa un panettone supersonico con i marroni. Io ho la fortuna di essere vicino alla sua pasticceria, http://www.delborgo.it/home.shtml! Altro che panettoni confezionati chimici!!!! Ed è anche simpaticissimo, ciao Dario!

3-CUCINA FRANCESE:
Grazie al grande gastronomo Michel Roux (del quale ho tutti i libri tradotti in italiano) ho intensificato i miei rapporti con la cousine francaise. Evviva: l'omelette alla provenzale (ho già scritto un post su questo, correte a leggere), le salse in tutta la loro versatilità con ogni alimento, gli impasti per le tortine, non esistono solo frolla a la brisè ma anche la pasta sablè e la sucrèe, fragranti e finissime, l'uovo non è solo sodo o al tegamino ma abbiamo almeno 10 modi per prepararlo: barzotto, al forno, strapazzato con latte e panna, altro che il nostro strapazzo in padella antiaderente fatto di uova e sale e basta. Essere italiani in cucina non basta, abbiamo tanto da imparare dalla Francia, raffinata e delicata.

4-LA MALEDUCAZIONE va combattuta con una risata:
Quanti maleducati ho incontrato qui in hotel! Purtroppo esistono, anche loro sono clienti, pagano, si aspettano cortesia e puntualità, anche se da parte loro non si può dire lo stesso. Ho imparato che di fronte ad una richiesta con tono di voce "cavernicolo" e prepotente un bel sorriso smagliante vince su tutto, soprattutto se accompagnato da una smorfietta ingenua degli occhi e a seguire un "scusi, ero distratta, può ripetere gentilmente?". Così li spiazzate quegli stronzoni maledetti che cercano di rovinarti la giornata! La calma è vincente sempre!

5-IL VERO CLIENTE INSIDIOSO non si manifesta subito:
 Se l'arroganza e la pretesa arrivano nel primo momento dell'incontro è matematico che il personaggio sia mosso dalla paura, un po' come avviene nel mondo animale, per istinto quando una creatura offende per difesa. La piccola "gioia" ( il maledetto capriccioso che ne ha subito una appena arriva in reception), ha solo bisogno di essere ascoltato, a volte anche scosso con toni risoluti e chiari, come si fa con i bambini. Se gli fate capire che pretendere non sortisce effetti e lo mettete in riga subito, oppure ridicolizzate il suo momento "critico", vedrete che risultati, quello sarà il cliente più dolce della settimana. Invece, i veri rompiballe sono quelli che in sordina cominciano a lavorare nel profondo, come la talpa sotto i tuoi piedi, tu sai che c'è ma non sai dove, e quindi al secondo giorno questo viene giù in reception e accusa mille rogne, cose che non riesce nemmeno a giustificare, ecco, questo è il caso di un insidioso personaggio irrecuperabile, da ignorare, non salvabile. Piccole malizie del mestiere ;-)

6-JAZZ FOREVER:
Da anni sono un'appasionata del rock, dell'elettronica, del trip-hop ma da un po' di mesi ho attraccato all'isola del jazz, quale genere può accompagnare in modo altrettanto sublime una cena? Nessuno. Il jazz si posa leggero sulle pareti del tuo ristorante, riversa nei vostri bicchieri note qua impercettibili, là stuzzicanti, in un infinito gioco di pause e colori riservati, il jazz ti lascia mangiare, ti rilassa e ti consola. Esperimento fatto, e così abbiamo inaugurato anche le cene "Aromi Musicali", esperienze di commistione tra sapori tipici piemontesi attraversati da striature di "francesità" e "ligurità". Jazz, swing, folk.... che magia mentre la nostra bocca affonda in gusti nuovi e sorprendenti.

Beh... ho finito, per quest'anno è abbastanza. E voi a quali conclusioni siete giunti?

Sorprendetemi, non fate i timidi!
Your Nico

venerdì 22 novembre 2013

Bio-Chic: ma vaffff.......!!!


Ciao lettori, casuali e affezionati da un po’,voglio toccare un tema molto caldo, attualissimo e vivace: l’ingresso trionfale del BIO-CHIC nelle nostre vetrine, virtuali e non, e nelle nostre morbide coscienze.
Pare che improvvisamente tutto sia diventato bio e per questo chic, per salvaguardare l’ambiente, per contribuire a mantenere semplice e pulito un mondo oversfruttato in tutte le risorse, per mantenere linda la nostra coscienza. Sembra che il senso di appartenenza alla comunità di gente informata e aggiornata si alimenti così: abbracciando le tendenze bio che fanno tanto bene al nostro avatar e al portafoglio di chi ci disegna intorno un bel gruzzoletto.
Il ritorno alla natura è rincuorante. Sinceramente sono a favore del riciclo, del ripensamento dell’uso di oggetti persi nel tempo, nel consumo di alimenti sani per il corpo e per la mente; fermo restando che non tutto ciò che splende è necessariamente oro. Temo che tutto questo Bio sia l’ennesimo strumento per creare tendenze redditizie e che molte persone abbocchino senza farsi troppe domande, eppure i quesiti da porci sarebbero semplici: è buono? È bello? È naturale e a km 0? Quindi costa meno?
Sfatiamo certe false credenze e non facciamoci “abbindolare”.

ELENCO BIO-CHICCATE o BIO-CLICCATE:

1-UOVA IN LAVASTOVIGLIE: un team dedito alla salvaguardia dell’ambiente ci consiglia di cuocere i nostri cibi non nel tradizionale forno o in padella antiaderente, NO, possiamo risparmiare energia e tossicità cuocendo in LAVASTOVIGLIE. Lo fareste a cuor leggero? Il pensiero che possa diffondersi uno zolfoso odore di uova nell’ambiente dedicato alle stoviglie vi piace? 
      
MAVVAFFF…..

2-  SCARPE DI PELLE DI ANGURIA: Un’amica mi ha informato circa l’arrivo sul mercato delle scarpe vegane, nello specifico di tratta delle nuove DOCTOR MARTENS: spontaneamente le ho risposto “sono fatte di pelle di anguria?”. No scusate ma era proprio il caso? Abbiamo le pellicce ecologiche, i sacchetti biodegradabili, il cotone organico ma la scarpa vegana mi fa ridere. Non conosco il prezzo ma credo che le Doctor Martens registreranno un discreto rialzo delle vendite.

MAVVAFFF….

3-  GOJI BOY, VERRA’ IL TEMPO DOVE NOI… Qualche mese fa mi sono recata in una bella città emiliana per un evento culturale con mia sorella: abbiamo pernottato in un b&b carino ma molto artefatto, sintonizzato sul canale “tutto naturale, shabby, eco, bio e chi più ne ha più ne metta”, i gestori erano in ansia perché dovevano dimostrare continuamente di aver fatto tutto loro, quindi per colazione budini di castagne bio con granelli di zucchero non trattato con latte rigorosamente di soya cotto in lavastoviglie e fatto asciugare su asciugamano di telo di fogli di riso tipico piemontese essiccato su… bla bla bla…. Ad un certo punto noto delle bacche rinsecchite rosso rubino in una ciotolina, saranno state 10:ciò che rimaneva di una colazione? Ehm no.. la colazione era appena iniziata. Saranno magici? Ne basta uno per sentirsi dei supereroi? Erano i mittici Goji fruits. Pare che siano degli ottimi amici per la salute, antiossidanti e alleati della giovinezza. Peccato che siano cari come il fuoco e quindi vadano centellinati. Molto bio, molto cari, ma farli vedere fa chic…

MAVVAFF….

4-  IL “SOCIAL” HOME MADE: Negli anni ’80 i nostri genitori avevano le competenze per rammendare, cucinare, smacchiare. Eppure il mercato, grande blob fluido letale, li ha convinti a far entrare in casa nutelloidi, brioscine, video games vari e additivi fenomenali per la lavatrice, a impatto mortale per l’ambiente. Siamo cresciuti con poche nozioni, insomma non è stato così per tutti, ma noto che molti miei coetanei faticano a concepire l’uso della casseruola alta per cuocere gli spaghetti e non sanno cos’è un ditale. Eppure i social pullulano di post in cui tutti si cimentano nella realizzazione di complicatissimi artefatti, e ricette superarcimegabio che nemmeno le nostre nonne conoscevano, quindi pane raffermo rinvigorito e cotto al mattone, i tanto famosi pannolini lavabili (per favore, li usate una settimana e poi vi viene una crisi isterica), saponi fatti in casa appiccicosi e bruttissimi ma fotografati su un tagliere grezzo grezzo molto chic. Fa figo? Molto, soprattutto se Instagram ti permette di usare i magici filtri “vintage”. Non siamo capaci di manipolare le materie grezze, e se anche lo fossimo comunque bisogna ammettere che ciò che spinge a  farlo è il regalo o la condivisione su fb o chi per esso. Bisogna solo essere onesti.
Qui l’insulto è fuori luogo, siamo vittime di questa tendenza.
5-  TORTA SENZA TORTA : Miliardi di libri pubblicati sulla cucina vegana, senza grassi, tutto soia, tibetana e non. Vorrei proprio sapere quanto spendiamo per avere nella nostra libreria gli innumerevoli libri su ricette, qua buone e là farlocche. Le vedi..queste case in cui i libri parlano lingue  “strane”: cucinare con l’erba gatta, per dire. Nessuno sa cucinare i piatti tradizionali come Dio comanda, però compriamo il manuale della Zia Nabilia nata in Messico e trapiantata in Alaska per mangiare il pesce crudo che tra l’altro non arriva nemmeno dall’Italia. La cosa pazzesca è leggere queste ricette gettonatissime, scritte con esaltazione da occhi fuori dalla testa “Torta di frutta secca senza uova, senza latte, senza burro..” Scusate ma la torta c’è? Oppure faccio la fine di Alice nel paese delle meraviglie nella psichedelica merenda del cappellaio matto (non bevve mai il the)?

MAVVAFF….

La cosa più chic è leggere e magari farvi una risata portatrice di nuove consapevolezze.

La Nicoletta vi vuole bene!

martedì 5 novembre 2013

GALATEO, quello sconosciuto: 5 preziosi consigli che fanno la differenza

Ciao a tutti, tornata!!!
Non ho scritto molto ma ho tanto osservato, ho letto, cucinato, servito e discusso circa il mio adorato cibo.
Vorrei parlarvi di galateo, di quel "buon" comportamento sociale che sarebbe tanto bello non perdere a tavola o comunque negli spazi condivisi con la gente come noi. Sono stata abituata a quelle regole fondamentali che contraddistinguono l'uomo dalla bestia fin da quando ero piccina picciò. Ringrazio mia mamma e mio zio per essere stati  tenaci e  intransigenti durante i pasti.
 Non è facile "risistemare" il tutto quando siamo adulti, quando le nostre abitudini sono ormai  incollate nel nostro cervello, nel reparto "manuale base del modus mangiandi". C'è chi non ha studiato o ancor peggio chi non ha comprato il libro: mooolto male! Parliamo di vita sociale e quindi rapporti interpersonali: una signorina al primo appuntamento con un uomo galante o un futuro im-probabile assunto a pranzo con un datore di lavoro prossimo alla valutazione. Voi non potete fare la figura del cagnaccio che non sa usare le posate o cose del genere. Io, con un tocco di piccante presunzione, mi avvalgo delle regole del galateo universalmente condiviso e riscrivo un sintetico ma corposo elenco di regole base per  uscirne vincitori a tavola e non rischiare per lo meno un'orrenda figuraccia.

1- NON PROVOCATE RUMORI MOLESTI: non siate chiassosi, parlando ad alta voce soprattutto se siete soprani (per la donna) e bassi (per l'uomo), oppure spostando con forza le sedie per prendere posto.: dareste l'idea dell'invadenza anche se siete rispettosi dello spazio altrui. Il visitatore ideale del ristorante dovrebbe spostarsi nella sala evitando che i presenti si girino per vedere chi è arrivato, oppure, ancor peggio, che qualcuno alzi la voce con i suoi commensali per farsi ascoltare.

2-LA PREVARICAZIONE MASCHILE: quant'è brutto vedere una coppietta il cui  l'uomo cerca di decidere tutto, il vino, il menù e soprattutto che parte per primo a ordinare il menù, un po' di galanteria.... su! Consultate la vostra lei e se volete stupirla decidete pure il vino ma anticipatamente!

3-USO E NON ABUSO DELLE POSATE: Su questo sono proprio rigida eh? Vedo ancora tanta gente che usa il cucchiaio per arrotolare lo spaghetto e per finire porta la bocca al boccone e non viceversa. Siamo nel "paese dello spaghetto" e non sapete mangiare gli spaghetti? Eh no! Inconcepibile! Io l'ho imparato a 5 anni! Siete ancora in tempo, anche se sarà difficile ottenere una performance perfetta. 
Piccolo sotto punto :
3.1 USO DEL COLTELLO: non si strappa la carne per farne brandelli, la lama deve fendere la carne con la mano destra con un'impugnatura delicata, e si taglia la bistecca a piccoli passi, non a mò di samurai in 8 secondi lasciando nel piatto un pastone adatto a vostro figlio di 7 mesi.

4-RINFORZI VOLGARI SUI PIATTI: Se ordinate un piatto lo fate perchè vi ha convinti dal menù, giusto? Se il cuoco ha preparato quello stesso piatto, presumiamo, ce lo auguriamo, ce lo aspettiamo, che sia composto delle cose giuste, nè più nè meno,e  allora non partite all'impazzata a cercare pepe, peperoncino, formaggi grattugiati, oli aromatici e quant'altro per arricchire la portata. L'unica cosa che fareste sarebbe rovinare quel povero piatto con un melting-pot di ingredienti buttati a caso come farebbe un bambino nel suo primo budino (di fango). Fidatevi e fatevi affascinare dall'opera preparata apposta per voi!

5-I TIRCHI non vadano al ristorante: evitate le scene pietose in cui sperate che l'altro paghi mentre tergiversate in panne vicino alla cassa. Purtroppo ho visto spesso chi ha cercato una toilette prima di pagare, chi riceve una telefonata mentre il gestore formula il conto. Per evitare simili figuracce da omini stabilite subito se volete pagare "alla romana" oppure tacete e pagate senza indugiare.

Qualcuno si sarà sentito preso in castagna, qualcun'altro riderà. Perdonate la mia rigidità ma sono cresciuta in un ristorante, deformata....ma informata!!!

Chi vuole portarmi a cena? ;-)






martedì 24 settembre 2013

5 gratuiti minuti di sfogo

Voi
Capita di volersi sfogare, senza freni. Bene: indosso i panni di  Begbie di Trainspotting poco prima della rissa e.....
Pronti a tutto pur di guadagnarci 50 eurotti in più. Scusate cari visitatori ma oggi ho le palle girate: ho l’impressione che la “nevrosi dei soldini” stia coprendo ogni cosa, fermo restando che non vogliamo affaticarci ulteriormente per ottenere quel “di più” che fino a ieri era dato, o facilmente raggiungibile. Quindi pronti a tutto o quasi, pronti a trattarci come merce di scambio, pronti a “lumarci” fino alla nausea, sfruttando presunte amicizie, mentendo spudoratamente agli altri ( e anche a noi stessi) ma mai pronti a un minimo di vero sacrificio. Chi lavora sa di cosa sto parlando, e gli altri aprano gli occhi.
Parto quasi in media-stress perchè voglio cavalcare questa rara onda di negatività, la voglio surfare con decisione, amo le emozioni forti!!!!
Dicevamo?
Il paese in ginocchio, una popolazione sconfortata, la precarietà che come un cancro ci toglie vitalità bla bla bla….. sono anni che mastichiamo queste frasi, ma tutto sommato viviamo anche in un paese che adora piangere miseria e lamentarsi di tutto, dall’unghia spezzata al fallimento lavorativo, quindi non sai mai quanto ci crediamo a quello che si dice.
Respiro nervosisimo “sordo” (le figure retoriche fanno figo sempre)
Quello che vorrei dire è che probabilmente dovremmo prendere consapevolezza dei comportamenti "stonati" che sono sicuramente più gravi dei reali problemi economici, la crisi passerà ma il "non sapersi comportare" è irreversibile. Nel relazionarmi con  persone che gestiscono commerciali svariate spesse volte ho avuto dei capogiri nel sentire che anche laddove ci sarebbe stata la possibilità di guadagnare (con me) ha prevalso lo scazzo, la noia, quasi l’apatia, condizione che in alcuni casi mi ha scoraggiata nell’acquisto.
Quindi ristoranti che non rispondono al telefono, servizio cafone al tavolo perché si pensa che tanto se non ci sei tu ci sarà un altro cliente (quindi in culo alla fidelizzazione), la mancanza di saluto all’uscita dal negozio di abbigliamento, visto che l’entrata è libera e non hai comprato niente.
Ma la più bella è certamente questa: il commerciale che fa la scenata isterica perché non si conclude un contratto.  Tutto questo a me è successo nel giro di pochi giorni!
Quindi in uno stato di incoerenza totale siamo ossessionati dai soldi che non bastano mai ma vogliamo vincere facile, crisi o no, noi siamo così. E chi ne fa le spese? il rispetto del piccolo umano che c'è in ognuno di noi. La relazione non mi conviene quindi tanti saluti.
Ma siamo diventati pazzi? Ma dei rapporti umani, di quel minimo di empatia, di quegli scambi umani senza un fine ce ne frega ancora qualcosa? Siamo diventati così forti ed “emotivamente autarchici” da voler fare a meno degli altri? E’ questo che siamo? Capita anche voi di sentirvi diffidenti di fronte alla gentilezza altrui?

Oggi voglio incazzarmi e anche essere un po’ scontata. Spero che anche a voi pesi questa condizione o anche solo il timore che i rapporti umani si siano un po' svuotati,  altrimenti significa che sono io la depressa, e forse anche un po' sorda.......

Fortunatamente noi del sagittario ci deprimiamo solo qualche minuto e poi torniamo a sorridere!! :-)

sabato 27 luglio 2013

Liguria e liguri....

La Liguria, terra bellissima, strettissima, amatissima, snobbatissima. Che rapporto avete voi con la Liguria? Io abito a un tiro di schioppo dal Mar Ligure, diciamo che potrei raggiungerla in 90 minuti, e quante volte ci sono andata, nell'"alloggio del mare". La Liguria è una terra affascinante per tanti motivi, io voglio condividere con voi le mie personali "ragioni del cuore" che me la fanno adorare nonostante i suoi difetti. Per chi non la conoscesse arrivare in Liguria attraverso la Torino-Savona ha già un suo perchè, se notate quasi  tutte le gallerie hanno nomi buffi dati probabilmente sotto l'effetto di qualche sostanza, quindi abbiamo Tosse, Chiappa, Caso, Furioso, Bracciale, Orco, Bassadonna, Fighetto. E anche gli autogrill non scherzano, ce n'è uno vicino alla località di Altare che è stato progettato da un pazzo dell'urbanistica, infatti se capitate in questa area di servizio non potete ignorare la presenza di grosse mele finte nel giardinetto di fronte alla stazione del carburante, per non parlare di vari personaggi e dettagli dell'aiuola, nani da giardino e altre presenze buffe e a tratti inquietanti. I Liguri sono strani :-)
Quando si arriva alla fine della Torino-Savona c'è uno storico monumento che fa capolino dopo 2 tornanti autostradali e che ti fa capire che il tanto agognato mare è finalmente visibile: i due maggiordomi sono le esilaranti ciminiere di Savona, tanto tremende quando rincuoranti per la bambina che c'è in me. Anche a voi fanno questo effetto? Ma entriamo nel vivo della Liguria, quando dici che vai in vacanza in Liguria la reazione è uno sguardo compassionevole accompagnato da frasi come "e vabbeh dai, non si può avere tutto dalla vita" con tanto di sorriso con il cornetto alto da un lato; ma io dico: chi ve l'ha inculcato che la Liguria è un posto brutto? Innanzitutto non per niente le Cinque Terre sono uno dei posti più belli dell'Europa, e anche patrimonio Unesco, e poi il contrasto mare montagna seppur nell'angusto spazio in cui ci fanno stare tutto (case, strade, passeggiata, pista ciclabile e spiaggia)? Facile avere kilometri di spiaggia e non sapere cosa farsene! Già che parliamo di territorio io vi invito a visitare paesi come Bussana (dove il tempo si è fermato e troverete botteghe e locali "hippy" tra stradine diroccate), Toirano e le sue grotte, il centro storico di Cervo, il fascino medievale di Finalborgo, la magia di Triora (il paesino delle streghe), la bellezza di Genova e di Imperia. Insomma troppo facile basarsi su paesi meno prestanti come Albenga e Ceriale che risultano sempre affollatissimi ma degradati e sporchi, c'è sempre un posto bruttarello dovunque andiate, ma le vere perle della Liguria non si danno così al primo sguardo, vanno anche cercate e poi esplorate, maneggiate con cura. Io mi sento di proteggere i pregi della Liguria, troppo spesso snobbati per portare alle stelle le località "superiori" come Sardegna, isola d'Elba e costiera amalfitana, stupende senza ombra di dubbio, ma paragonabili alla piccola Liguria per bellezza. Sono rari i luoghi che possono godere dei sapori del mare e della durezza fresca della montagna in un unico pacco regalo! Provate a osservare il mare dall'entro terra tra Savona e Imperia: è spettacolare! Certo è che il carattere dei liguri non aiuta ad entrare in confidenza. Devo dire che l'epiteto "braccine corte" del Ligure non è così campato lì. Io mi sono imbattuta in incontri che confermano quanto si dice; moltissime toilette di bar hanno la cassettina delle offerte "libere" che con vocina stridula ti dice che devi mettere una moneta da 50 cent se vuoi fare la pipì senza consumare niente, come all'autogrill (:-/), i prezzi dei supermarket sono ALLUCINANTI, un mattino ad Andora ho comprato 2 pomodori, una mozzarella, una lattina di olive, del prezzemolo, un pacco di biscotti e sono riuscita a spendere 15 euro! Un giorno sono entrata in una profumeria con una moneta da 1 euro in mano, con l'intento di cambiarla per 2 pezzi da 50 cent  e al mio "scusi avrebbe da cambiare.." la risposta tempestiva e prematura è stata "no, non ho niente in cassa". Dai su! Noi turisti non vogliamo portare via niente, semmai il contrario! Eh si...la Liguria è cara e forse anche per questo alcuni non l' apprezzano, le regole del mercato dicono che pagare troppo qualcosa che non ha un valore superiore ad altro che costa meno è un grossissimo punto a sfavore che toglie valore. Cari Liguri, dovreste andare a fare un bel corso d'aggiornamento in Emilia Romagna, là il mare è scadente e la terra piatta e caldissima ma loro sono dei fuoriclasse delle risorse turistiche e non ti fanno mancare niente, niente cassettina e prezzi abbordabili!
Comunque, tirchieria ligure a parte, in Liguria si sta bene: il venticello è quello giusto, si mangia bene ( il gelato al basilico è da provare), la tranquillità è garantita e i posti che meritano la visita sono tanti, quindi non lasciatevi scoraggiare da questioni "caratteriali", fanno parte della terra.
Liguri vi amo lo stesso, anche se la  pipì mi costa una bibita in un continuo pagare quella successiva alimentata da infinite pipì per aver bevuto troppo! ;-)
Buone vacanze a tutti!

mercoledì 3 luglio 2013

Cibo italiano nel mondo: "So simple, so yummi!"

Buongiorno italiani (e non)!
Mi sento in dovere di parlare di Italia, nonostante questa parola talvolta mi faccia soffrire, visti i problemi in cui versa il paese ma... rallegriamoci parlando di FOOD che il cibo ci mette tutti di buonumore, e mette allegria anche nel mondo dove chef e amatori di ogni paese si buttano tra i fornelli a preparare succulenti piatti della nostra tradizione, appassionando i palati di milioni di persone! eh si... devo dire che abbiamo una cucina ricca e fantasiosa, siamo ai primi posti per originalità e capacità.
Siccome sono una tossica di "Instagram" e amo postare e taggare  i piatti del ristorante, mi capita spesso di sfogliare le foto degli altri in contenitori di scatti di cucina. Mi sono imbattuta in una serie di piatti della nostra tradizione riprodotti e anche rivisitati da chef di ogni parte del globo terrestre e con molto piacere condivido con Voi la gioia e il da DOLORE di sentirsi qua e ovunque! Si dice che per ogni soddisfazione ci sia una delusione, pertanto leggete e riflettete.
Carrellata......
Questa pasta appartiene ad un utente degli States che fiero fiero del suo piatto aggiunge il tag #love, del resto come non amare 'si tanta arte? Ma soprattutto è un'opera  d'arte sexy del tipo "vedo non vedo" perchè la pasta dov'è??? Forse sotto il r...agù sotto il f...ormaggio? Dioooo ci preservi la vista, voi lo amereste? anzi, lo assaggereste?

Il famoso adorato cappuccino italiano, in versione gelato con cannella! wow!!!!!!!!  (paesi scandinavi) pare che il freddo accenda la fantasia :-)

Ve l'ho sempre detto : la pizza è buona se fa l'effetto gomma fusa,  negli Emirati Arabi lo sanno e la preparano come Dio comanda!:-/

Il vero pesto  lo riconosci perchè è VERDE, quindi possiamo usare qualsiasi ortaggio che ricordi il basilico, e prenderci i nostri meriti, vero cari ristoratori polacchi?   :'(

Ho lasciato questa foto per ultima perchè la trovo STUPENDA! questa pasta, al dente e sapientemente condita, ha meritato un "So simple, so yummi", cioè l'autore si complimenta con se stesso per il suo capolavoro!!!!!

Cosa dire??
Lo sapete che questi capolavori a volte l'ho trovati anche in Italia? Eh si, incredibile ma vero, spesso tra le persone della  nostra generazione (fine anni '70) c'è ancora chi, avendo subito l'onda tsunami della merendina degli anni '80, non ha ben capito come si cucinano i cibi veri e incappa in errori a mio avviso imperdonabili: imperdonabili ma correggibili, mi permetto quindi di stilare un VADEMECUM per l'italiano a casa e nel mondo, giacchè gli stranieri sono irrecuperabili (e giustificati).

VADEMECUM un po' presuntuoso ;-)


LA PASTA
 è uno degli alimenti più "gettonati", è facile da cuocere e si presta a 7000 condimenti! Potete sbizzarrirvi ma è necessario osservare delle regole precise:

prendete una casseruola grande per cuocerla, basta con quei pentolini microscopici che vi obbligano a spezzare gli spaghetti, salate l'acqua e non la pasta, non fatela scuocere, basta leggere il tempo di cottura! Se volete combinare qualcosa di apprezzabile scordatevi i buttare il sugo nella pasta e fare scaldare tutto sulla fiamma, è la pasta che deve saltare nel condimento!


LA PIZZA
Non deve fare i fili lunghi un kilometro, è anche pericoloso deglutirla Per Dio! La vera pizza non è gommosa, come pensano l'americano o il nordeuropeo: piuttosto dovrebbe essere morbida e fragrante. Non azzardatevi a fare una recensione prima che sia la mattina dopo, aspettate di calcolare quanto avete bevuto di notte per valutare la "digeribilità" di una pizza


IL COLORE
La qualità del pesto non si misura dal colore fluo del verde,  il gelato alla crema dev'essere giallo e non bianco (giacchè si spera siano state usate buone uova), la carne cruda è rossa e mai grigia. Se non sei daltonico queste piccole malizie possono servire.

IL FRITTO
Quando friggiamo è bene, oltre ad usare un olio che si presta, buttare i personaggi (carne o verdura o pesce) nell'olio ben bollente e togliere il tutto senza abbassare troppo la fiamma, non è che la fiamma più alta corrisponde ad una frittura più aggressiva, anzi proprio il contrario: il fritto a fuoco lento vi assicura una quantità spropositata di olio che viene assorbito dal cibo e poi ingallato dalle vostre bocche ignare!

Ci sarebbero tante altre cose, frutto di anni e anni di bacchettature da parte della mia famiglia, che ringrazio di cuore per avermi formata, ma non voglio esagerare, quindi beccatevi queste e non fatevi fregare dai falsi nel mondo. Il cibo italiano va cucinato con cura, buon senso e regole, non c'è niente da fare!
Love
Nico

venerdì 21 giugno 2013

Al ristorante: vizi e virtù dei miei clienti

Buongiorno! 
Vi ho confidato quali sono i "modi" di fare colazione dei clienti ma abbiamo trascurato la "gente del pranzo"; sarebbe un gran peccato non spendere qualche parola su di loro e sulle dinamiche ad essi connesse! So che siete curiosissimi.....
Innanzitutto dovete sapere che i clienti si suddividono in due grandi gruppi: gli inguaribili abitudinari e gli smaniosi di novità.
 Posto che tra l'una e l'altra opzione ci sono vie di mezzo ampiamente scelte, affrontiamo quelle estreme, che tanto ci piacciono. Partendo dagli affezionati alla routine, pensate che ho clienti che sarebbero disposti a perdere un braccio pur di occupare un tavolo ben preciso, beh il tavolo è quello nella foto: chissà cos'ha quel posto di speciale?? Noi lo chiamiamo 2F, secondo tavolo vicino alla finestra, è il sogno erotico dei visitatori singoli di sesso maschile e se lo occupano una volta, per le successive lo reclamano a gran voce, misteri...C'è un cliente che da anni frequenta il ristorante 4 volte a settimana prendendo sempre lo stesso menù (che per ovvi motivi non riporto). Il menù lo consulta ma alla fine mi guarda sornione e sussurra "anche oggi....".Beh, non avevo dubbi!
 Poi ci sono gli abitudinari cronici che vogliono mangiare come a casa, quindi ti fanno le richieste antipatiche del tipo "pasta in bianco molto cotta e bistecca al sangue con insalata tagliata fine e pomodori non pachini con aceto di mele e pane bocconcino". Già che ci siamo potresti portarti anche la tovaglia da casa, che dici?
Al lato opposto invece sfoggiano tutta la loro creatività gli smaniosi di novità, coloro i quali fanno 800 domande su ogni piatto, scandagliando con cura anche uno spaghetto al ragù, la lettura del menù è lentissima e  l'ordine subisce moltissime variazioni. Devo dire però che danno tanta soddisfazione perchè ti accorgi della loro buona volontà di assaggiare cose nuove, di cimentarsi nell'assaggio di abbinamenti non classici, e talvolta di proporre altre cose, "customizzando" i piatti. Sempre che non ti chiedano di trasformare l'intrasformabile: ieri mi è capitato di proporre il "saccottino di vitello farcito con prosciutto e bietoline" e sentire la richiesta "potresti portarmelo senza bietole?" Siamo viziatelli eh? ;-)Comunque questi "creativi" mangiano con attenzione, esprimono criticità, buone e anche no, e apprezzo assai. Per contro è frustrante quando alla domanda "le piaceva?", "è' tutto a posto?" la risposta è un "si" accennato intorno a uno sguardo vuoto. Preferisco un bel NO, magari possiamo parlarne .C'è ancora una sottocategoria che proprio non riesco a comprendere: gli "Impassibili", quelli che non godono quando mangiano: come ho già detto non riesco a immaginare che si possa mangiare a cuor leggero senza fermarsi un attimo a pensare al cibo, eppure c'è chi evidentemente mette "roba" nello stomaco senza farsi troppi pensieri (o seghe mentali). Trangugiano il contenuto di un piatto e il loro "cuoricino" non prova emozioni.  Mi è capitato più volte che il cliente non fosse capace di scegliere il suo pranzo e dicesse. "Signorina, fa lo stesso, porti quello che c'è". E' agghiacciante!!!!
Non per tutti mangiare è un piacere, solo mi chiedo perchè andare al ristorante... Non troverò mai risposta a tutte queste domande e nel frattempo mi godo i miei creativi, ai quali proporre le nostre ricettine. Concludo pubblicando l'immagine di una "creazione manuale" che mette d'accordo tutti, il noto "rovesciamento dell'anello di plastica dell'acqua minerale", chi di voi lo riconosce? Ma soprattutto perchè lo fanno tutti (o quasi)? La vita è misteriosa.
Dalla terra dei golosi per oggi è tutto! Ciao! :-*





                                                               

giovedì 13 giugno 2013

Caro cameriere, ecco il tuo "pentalogo"

Fresca fresca di una serata poco soddisfacente in un ristorante, opero la mia inversione di campo e vi posto  il tanto atteso "Pentalogo del buon cameriere". Devo dire che sono una grande spaccamarroni sui ristoranti: io amo mangiar bene, ho una buona conoscenza dei cibi, una vera passione  per i piatti tipici, e se qualcosa va storto ci rimango piuttosto male. Io sono una di quelle che se mi parli di qualcosa che non sia il cibo mentre sto per degustare la prima portata  ti detesto! Mangiare è come ascoltare musica, ti siedi, ti rilassi ma rimani "sul pezzo", diventi un tutt'uno con l'azione che stai compiendo, attivi ogni ricettore per godere appieno di quello che "arriva", e questo vale per tutti i 5 sensi.
Ma, multinsensorialità a parte, ecco per voi tutto quello che secondo me non dovrebbe succedere quando passiamo una serata al ristorante.


PENTALOGO DEL BUON CAMERIERE 

1-LA CARTA! LA CARTA! 
Dopo la prima accoglienza la fase menù è importantissima: no alle letture a voce di un'infinita serie di piatti. Se il cameriere vuole sperticarsi a descrivere i piatti, romanzandoli e specificando curiosi dettagli sui cibi,è sicuramente un punto a suo favore, ma se la lettura dev'essere una poesia a memoria senza enfasi, magari con voce bassa e "mononota", è da evitare, crea confusione e mi viene voglia di scegliere l'ultimo piatto detto per evitare di perdere altri 5 minuti a rileggere da capo. Una bella carta risolve il problema e almeno noi clienti possiamo avere  un'idea sul prezzo.

2- L'ISOLA CHE NON C'E'
Non illudeteci sui piatti che compaiono sul menù e che in realtà non ci sono. Preferisco una crocetta a penna Bic oppure la specifica a voce subito. Sono particolarmente sfortunata e di sicuro sceglierei le uniche 3 cose che quel giorno sono assenti!

3-PIATTI IN DIFFERITA
A tutti noi piace mangiare un secondo con il suo contorno vero? Beh... e se il contorno arriva in ritardo? E quando si è in due a tavola e arrivano il tuo secondo con il contorno dell'altro e dopo 5 minuti gli altri due accompagnamenti? Ecco, questo non deve succedere perchè mi rovino il momento! Non si può partire dalla cucina con dei pezzi mancanti!

4-SCUSI.....
Non so a voi ma mi è successo di voler chiamare il cameriere e venire ignorati: iniziamo ricercando il suo sguardo, poi un cenno con la mano, a quel punto l'attenzione ce la meritiamo, e invece a volte il cameriere diventa stranamente frettoloso, quando passa "dalle tue parti" ha sempre la testa bassa e i passi sono più veloci. Caro cameriere non aspettare che il cliente si alzi per venire da te, è la cosa più fastidiosa che possa succedere.

5- CAFFE' ARRABBIATO
Avete mai notata la "descalation" della cura del cliente dall'antipasto al dolce? All'inizio c'è una grande attenzione alla posa del piatto, magari due parole sul contenuto, poi la cena procede e già nella spiegazione dei dolci noti una certa fretta, per non parlare del caffè che vorresti bere subito dopo il dolce e invece a volte arriva tardi. Il caffè, povero, è quello che ne fa le spese in questi casi: appoggiato sul tavolo con poca cura. E invece anche il lui vuole la sua parte; ho sempre apprezzato il gesto di una pizzeria vicino a casa che in chiusura ti porta due mini dolcini secchi con il caffè, è un piccolo dettaglio che fa la differenza, è come lasciare un bigliettino da visita, come a dire che non hanno fretta di liberare il tavolo.

Ovviamente tutto questo raramente succede nei ristoranti di super lusso, mi pare inutile dirlo. Ma un buon cameriere, ancor di più un buon ristoratore dovrebbe evitare tutto questo, a prescindere dalla tipologia di locale:i clienti vanno trattati bene(tutti), pagano e se si godono il pasto tornano, quindi.......







giovedì 6 giugno 2013

Elogio alla "salsa"


Le ho sempre adorate...le salse. Ma solo da pochi mesi mi sono fatta una vera e propria auto-formazione grazie a un libro "sacro" ( non vi dirò mai qual è!!! ne sono gelosissima!) e alla mia innata golosità.

Emulsioni, vinaigrette, coulisse e creme. Se inizi a pensare "in salsa" non riesci più a realizzare i soliti piatti: senza gli "intingoli" è un tavola grigia, insomma mi abbatto, mi sento sola; non che debbano essere usate come se piovesse, ma ditemi un po': cosa sarebbe un arrosto senza la sua cremina vellutata che ti toglie dall'impiccio del liquido che cola nel piatto sopra la fetta di carne? quanta bontà acquista una panna cotta con una fresca coulisse di frutti rossi appena frullati con zucchero e limone? Anche per quanto riguarda l'insalata, difficilmente prepariamo una vinaigrette e semplifichiamo il tutto miscelando olio sale e aceto. Per non parlare di un protagonista del piatto come un formaggio, un salume, affrontato così di petto senza varianti, eh no! Io propongo la "scelta": coloriamo i nostri bocconi, asprigno di qua, dolce di là, avvolgente, dissetante. L'arcobaleno è fatto da 7 colori, e allora usiamoli tutti!

Noi italiani però non sembriamo molto interessati alla salsa, forse è una cosa più "francese". 
Io mi sto "francesizzando" e ci ho ripensato.. voglio condividere con voi il maestro delle salse, lui è Michel Roux e il libro è "Salse" (non sono così antipatica, non vorrei mai lasciarvi  a digiuno di informazioni).Sulla mia mensola in cucina non poteva mancare.

Parlando invece di esperimenti, la mia salsina estiva preferita si chiama "Intingolo fresco della Nico", se siete curiosi leggete:

3 cucchiai di olio di oliva nei quali immergere un trito di: 4 ciuffi di prezzemolo, 3 foglie di basilico, 1 rametto di rosmarino fresco, mezzo cucchiaino di origano, mezzo spicchio di aglio schiacciato ma intero, 3 pomodori pachino a mini cubetti, 2 gocce di aceto balsamico, sale e pepe. Infine un rametto di timo intero. 

con cosa: un bel piatto di riso basmati tiepido, pasta, pesce azzurro al vapore, carne bianca alla griglia. Direi che si adatta bene in tante situazioni. è "dietetico" ed è sfiziosissimo!!!

Quindi... più salse per tutti!!!! :-)



lunedì 3 giugno 2013

La musica non deve mica far ridere!

Bonjours, un po' di Francia, un po' di violino e sonorità malinconiche ma dolci e raffinate per ritagliarsi un momento di sana solitudine. Condividerla è un passo al di fuori dei confini per mostrarvi una parte di me. Diciamo che in questo atto di condivisione c'è sempre un po' di sofferenza perchè obiettivamente, ahimè, ci sono poche persone che sanno fermarsi e farsi rapire dalla musica, quella fatta bene. La musica per me non è qualcosa che allieta, non è qualcosa che scorre sullo sfondo e che alza l'umore, non è il pezzo che si canticchia sotto la doccia (da stonati), non è qualcosa che copre il silenzio, non è una voce che urla.  Voglio aprire la mia settimana con questo pezzo che mi ricorda cose domestiche, dolci leggeri dal sapore di limone, vestiti leggeri fatti a mano, brezza primaverile dal profilo frizzante. Io lo ammetto, a volte testo le orecchie altrui: mentre il mio cliente fa colazione provo a rifilargli pezzi ricercati, qualcosa di folk, qualche pezzo di chitarra classica, un bel "Liszt" e in casi rarissimi l'ascoltatore mi chiede che pezzo sta passando e allora mi si illuminano gli occhi! Spesso invece intravedo la smorfia e allora passo all'azione e dico: "musica strana eh?" e la risposta è qualcosa del genere:"A me la musica piace eh, tutta, ma questa....". Mio Dio, che amarezza, e vabbeh...
L'ascolto è qualcosa di serio! Mica pizza e fichi. Provate ad ascoltare questo pezzo immaginando di entrarci dentro. Io per esempio visualizzo una scala ideale di petali di rose che in questo andirivieni di note al pianoforte riempono l'aria e toccano i nostri punti più sensibili, un po' come una piuma delicata che ti fa il solletico. La voce è delicata ma si fa sentire. Il violino è un delizioso co-protagonista, certo è colpa sua se tutto diventa malinconico ma, del resto, non si può sempre ridere e star bene, le note tristi sono molto più belle di quelle allegre. Se ascolterete con dedizione questo pezzo alla fine non potrete far altro che darmi ragione.
Ora, se sarete pronti io vi porterò un cappuccino chiaro, una fetta di torta di mele e vi riempirò il calice con qualche bel pezzo.....
Per ora è tutto, ma qui lo stereo non si ferma mai!
Kisses a tutti!

martedì 28 maggio 2013

Cosa combinate a tavola?

Buongiorno!, mi rivolgo a tutti, me compresa. Ogni mattino osservo i miei clienti mentre giungono alla sala colazioni nelle condizioni più disparate: assonnati, in formissima, canticchiando, talvolta imprecando al telefono con uno sfortunato interlocutore, spesso di poche parole, altre volte di ottimo umore. Il passaggio di fronte alla reception è veloce ma le vere tracce di "noi", le prime della giornata, quelle caratterizzanti, le lasciamo sul tavolo della colazione. Mi sono sbizzarrita a raccogliere scatti di tavole ancora calde, abbandonate dai clienti poco prima. Dopo un'accurata scelta ho fatto una divertente selezione di "tipi esemplari". E' davvero curioso  scoprire il layout della tavola di ciascuno. Vediamole!


IL QUASI INVISIBILE

Ordinato e silenzioso, quasi sempre finisce ciò che ha scelto ma talvolta lascia sul fondo della tazza un sottile strato di bevanda, permane al tavolo meno di 10 minuti, la tavola è pulita, nemmeno una macchia, un bel 9 glielo diamo eh?









IL GRUPPO DI TURISTI FRANCESI

I francesi in gruppo/famiglia sono uno spasso da vedere: mangiano voracemente e di gusto, la loro tavola non passa inosservata, tu porti loro un cucchiaino a testa e ne trovi 2/3 su ogni piattino.
Mangiano tutto: dolce, salato, amaro, piccante, non lasciano niente e fanno diverse "abbuffate" per una permanenza media di 30 minuti. Soddisfacenti ma troppo lenti... voto? 7






IL CLIENTE IDEALE 

Chissà cosa mangia? Non lo sapremo mai perchè è solito ritirare tutto e non lasciare tracce di sè. Potremmo chiamarlo il cliente ideale anche se avremo sempre il dubbio sulle sue preferenze. Avrà davvero mangiato? Cos'avrà prediletto? Dolci, salati? Di sicuro non ha consumato bevande.
Spesso questo tipo di cliente è silenziosissimo, fa diverse mini maratone nella hall, poi si siede, intrattiene una telefonata, sosta in sala colazioni per 20-30 minuti e poi fugge lasciandoci tutto il suo ordine. voto: 10 naturalmente!




IL CONFUSIONARIO

E' indubbiamente il più odiato dalle addette alla sala breakfast: carica quantità spropositate di cibo nel piatto, mangia velocemente, strappa con foga ogni incarto, avanza quasi tutto, sbriciola ovunque, accatasta piattini e vasetti, la tavola è una tavolozza di colori. Generalmente i disordinati a tavola sono gioviali, mentre "colazionano" cercano uno scambio di parole,  molto impegnativi da gestire perchè sempre alla ricerca di una posata in più o del succo di frutta aggiuntivo. Voto: eheheh... un 5 e mezzo




Ho appositamente generalizzato ma era per darvi un'idea di quanto siamo diversi a tavola!
 Ma ditemi di voi... sarei curiosa di darvi un voto!!!

giovedì 23 maggio 2013

L'omelette "perfetta"

Bonjour!
Oggi vi parlo di un piatto a base di uova del quale sono innamorata da qualche anno.
L'omelette, semplice e conosciuta da tutti (o quasi); quante volte ho mangiato una frittatella con questo nome, ma solo il nome eh, perchè alla fin fine era una semplice frittata. E invece la vera omelette, la più buona, l'ho conosciuta in Francia nel 2009 durante un allegro pranzo a Cagne sur la mer (nota cittadina della Provenza). Vacanze estive, una lunga passeggiata nella cittadella a Haute de Cagnes (un delizioso borgo medievale), il mio stato "interessante" e quindi una gran fame. Ci fermammo in un ristorantino sulla piazzetta principale del borgo e lì ordinammo delle omelette provenzali. Buonissimeeee! Lo confesso, ho estrapolato qualche informazione dalla ristoratrice e poi, tornata a casa, ho provato e riprovato a riprodurre esattamente l'omelette così morbida, soffice, spumosa e piena. Finalmente ho raggiunto il mio obbiettivo: l'omelette perfetta (per lo meno per me!).


(se solo avessi conosciuto "Trip Advisor" all'epoca ci avrei lasciato una bella recensione, invece ho soltanto la foto, ma potrebbe esservi utile il nome della Brasserie "Village")

Sono troppo buona e quindi voglio condividere qualche trucchetto con voi:

L'OMELETTE PERFETTA della Nicoletta

 COSA:
1- Sbattere le uova (2 per ogni persona) per almeno 5 minuti con fruste elettriche
2- aggiungere questi  ingredienti fondamentali: 2 cucchiaini di pane grattugiato, un cucchiaio di latte, la punta di un cucchiaino di bicarbonato di sodio, sale e parmigiano a piacere.
COME:
3- procurarsi una padella antiaderente 15-18 cm di diametro e ungerla con pochissimo olio: quando è ben ben calda buttare le uova sbattute e tutto il resto e aspettare che la parte superiore sia accorpata ma ancora un tantino cruda (ve ne accorgete perchè la superficie è puntinata con effetto spugna); a quel punto su una delle due ipotetiche metà dell'omelette posate la vostra farcitura, io consiglio stracchino e erbette (trito di quello che più vi aggrada). 
4- Occhio ai tempi, questa è la parte più importante: nonappena avrete messo la farcitura sull'omelette con una spatola piatta chiudete l'omelette a tasca, formando una mezza luna. Da questo momento basterà spegnere il fuoco e coprire, contare fino a 10 e come dicono proprio i francesi "le jeux sont fait".

Questa omelette è tuttora presentata nei piatti del nostro ristorante: chi la gusta sempre l'apprezza ma spesse volte la si "snobba", senza averla assaggiata; per questo credo sia "doveroso"  sconfiggere la convizione che l'omelette sia una frittata come quella che mangiano i più sulla tavola di casa! Provatela così, ne vale la pena, oppure venite da noi che ci penso io!!!

Bon apetit!

domenica 19 maggio 2013

Al ristorante il cliente non ha sempre ragione

Il cameriere, quel simpatico signorino che ti regala un sorriso dal momento in cui ti porta il menù a quando ti saluta sull'uscio del locale, quello stesso cameriere che mentre mangiavi non ti ha perso di vista mai e ha soddisfatto ogni tuo singolo desiderio, che sogno! Beh..non va sempre così: a volte ci siamo sentiti trascurati, mal consigliati, esortati a lasciare il tavolo ad una certa ora. Insomma non sempre cameriere e cliente vanno d'amore e d'accordo. Dovremmo chiederci più spesso cosa non ha funzionato: abbiamo scelto un locale over-affollato che non lasciava spazio alle attenzioni? il cameriere è alla sua ultima giornata di lavoro ed è un tantino acido?Oppure oppure... abbiamo fatto qualcosa che non è piaciuto.
Mai pensato di non essere dei "buoni" clienti? Ecco: io ho preparato una mia personalissima lista di regolucce da osservare affinchè il cameriere possa apprezzarci e magari volerci un po' di bene.

PENTALOGO  DEL BUON CLIENTE

1- Durante la presentazione dei piatti del menù del giorno attendete che il cameriere concluda l'elenco prima di scegliere e rettificare 6000 volte: è uno spreco di energia, vostra e del cameriere.


2-Quando è in arrivo il vostro piatto non cercate di afferrarlo prima che questo venga posato di fronte a voi: potreste bruciarvi, far fuoriuscire eventuali liquidi e rovesciarveli addosso: che imbarazzo per tutti!


3- Durante la raccolta dei piatti non immischiatevi: non porgete piatti cercando di incastrarli a quelli che sono già tra le mani del cameriere. Quest'ultimo, professionista "pensante"ha già preventivato quanti piatti raccogliere, se ne sono rimasti alcuni sul tavolo probabilmente tornerà a prenderli appena possibile, se non accadrà allora avete avuto ragione di infastidirvi.

4-Non fermate il cameriere nel suo transito dalla sala alla cucina quando è carico di piatti: il cameriere non è un culturista, abbiate pietà di lui.

5- Smettiamola di chiedere il parmigiano grattugiato per ogni piatto, non è obbligatorio, anzi, sul pesce è fortemente sconsigliato. Fidatevi dei consigli dello Chef.

Chissà se lì tra voi c'è un cameriere o un cliente che vuole dire la sua... Lasciate un commento, sarei curiosa di sentire! :-)

A breve il "Pentalogo del buon cameriere"

venerdì 17 maggio 2013

Battuta di vitello: amore-odio?

La battuta di vitello, pura e semplice, tritata grossolanamente e bagnata con il suo "nage" aromatico di olio d'oliva e aglio, limone, pepe bianco, origano, accompagnata da fresca insalatina iceberg: abbiamo tanti clienti  che ci visitano a pranzo per degustare porzioni doppie di battuta. La carne cruda.. o la si ama o la si odia. Non c'è nemmeno bisogno di metterla tra le primi voci sul menù, nè di parlarne. Chi la adora la chiede a gran voce; se invece la presenti a chi di cruda non vuole saperne ricevi una smorfia e un aggrottamento di sopracciglia quasi a dire "non sono mica un cannibale, io..."
Comunque sia devo essere onesta (e anche modesta): la BATTUTA alla PIEMONTESE di mio zio(Lino) è davvero superlativa. La carne è morbidissima, ovviamente scelta tra le migliori carni della Granda, tritata all'istante, accorpata con passione e bagnata da questo intingolo semplice e leggero. Spesso l'ho mangiata al naturale, accompagnata da interessanti salse ( a volte pesti di olive e salse tartare) ma il gusto sanguigno di questa polpa rossa secondo me deve vivere solo, senza divagazioni sul tema. Ve la sto sviolinando ma merita tutti i sacorsanti complimenti: tacciano coloro i quali  hanno detto no alla "cruda", la provino invece gli altri. E' da urlo!

sabato 11 maggio 2013

Apro il blog: Salve a tutti!

Buon pomeriggio, che volge alla sera. Quale mese migliore per aprire un blog!
Inizio dicendovi qualcosa di me: 34 anni, lavoro nell'albergo di famiglia. Siamo un'allegra famiglia piemontese da generazioni, dotati di uno spiccato senso dell'umorismo dal profilo un po' "noir", a volte pungenti, iper critici ma con una buona dose di umiltà.
Trovo interessante e divertente condividere con voi la "vita" dell'albergo dal punto di vista di chi lo gestisce.
Da qui osservo, leggo tra le righe, interagisco, deduco, realizzo tutto quello che si snoda di fronte a me. Il passaggio dei visitatori è un po' la tappezzeria della mia vita. Sono praticamente nata tra le mura di questo albergo e, dopo viaggetti e lunghe soste in altri luoghi rieccomi qui in piena forma, nel bel mezzo della mia vita, con una smodata passione per la cucina ( l'albergo è anche un ristorante), un'amore viscerale per la musica, e un interesse profondo per l'umanità. Credo che le giornate che formano la vita siano come pentagrammi in cui la musica incalza, volteggia, accompagna e desta; tuttavia non sono le melodie a farmi sussultare, bensì le pause, quei respiri tra un suono e l'altro, quei momenti in cui ti rendi conto che è appena successo qualcosa, un incontro, un gusto che si stacca dallo sfondo, una parola che cambia la giornata. Riconoscere questi momenti non è facile, o meglio non è facile sapersi fermare e goderne appieno. Ho imparato a concedermi il lusso delle pause solo da qualche anno grazie ad un incontro che mi ha cambiato la vita. Vi ho detto già fin troppo per essere al primo post.
Un pezzo che mi caratterizza.