Ciao lettori, casuali e affezionati da un po’,voglio toccare
un tema molto caldo, attualissimo e vivace: l’ingresso trionfale del BIO-CHIC
nelle nostre vetrine, virtuali e non, e nelle nostre morbide coscienze.
Pare che improvvisamente tutto sia diventato bio e per
questo chic, per salvaguardare l’ambiente, per contribuire a mantenere semplice
e pulito un mondo oversfruttato in tutte le risorse, per mantenere linda la
nostra coscienza. Sembra che il senso di appartenenza alla comunità di gente
informata e aggiornata si alimenti così: abbracciando le tendenze bio che fanno
tanto bene al nostro avatar e al portafoglio di chi ci disegna intorno un bel
gruzzoletto.
Il ritorno alla natura è rincuorante. Sinceramente sono a
favore del riciclo, del ripensamento dell’uso di oggetti persi nel tempo, nel
consumo di alimenti sani per il corpo e per la mente; fermo restando che non
tutto ciò che splende è necessariamente oro. Temo che tutto questo Bio sia l’ennesimo
strumento per creare tendenze redditizie e che molte persone abbocchino senza
farsi troppe domande, eppure i quesiti da porci sarebbero semplici: è buono? È bello?
È naturale e a km 0? Quindi costa meno?
Sfatiamo certe false credenze e non facciamoci “abbindolare”.
ELENCO BIO-CHICCATE o BIO-CLICCATE:
1-UOVA IN LAVASTOVIGLIE: un team dedito alla salvaguardia dell’ambiente
ci consiglia di cuocere i nostri cibi non nel tradizionale forno o in padella
antiaderente, NO, possiamo risparmiare energia e tossicità cuocendo in
LAVASTOVIGLIE. Lo fareste a cuor leggero? Il pensiero che possa diffondersi uno
zolfoso odore di uova nell’ambiente dedicato alle stoviglie vi piace?
MAVVAFFF…..
2- SCARPE DI PELLE DI ANGURIA: Un’amica mi
ha informato circa l’arrivo sul mercato delle scarpe vegane, nello specifico di
tratta delle nuove DOCTOR MARTENS: spontaneamente le ho risposto “sono fatte di
pelle di anguria?”. No scusate ma era proprio il caso? Abbiamo le pellicce
ecologiche, i sacchetti biodegradabili, il cotone organico ma la scarpa vegana
mi fa ridere. Non conosco il prezzo ma credo che le Doctor Martens
registreranno un discreto rialzo delle vendite.
MAVVAFFF….
3- GOJI BOY, VERRA’ IL TEMPO DOVE NOI… Qualche
mese fa mi sono recata in una bella città emiliana per un evento culturale con
mia sorella: abbiamo pernottato in un b&b carino ma molto artefatto,
sintonizzato sul canale “tutto naturale, shabby, eco, bio e chi più ne ha più
ne metta”, i gestori erano in ansia perché dovevano dimostrare continuamente di
aver fatto tutto loro, quindi per colazione budini di castagne bio con granelli
di zucchero non trattato con latte rigorosamente di soya cotto in lavastoviglie
e fatto asciugare su asciugamano di telo di fogli di riso tipico piemontese
essiccato su… bla bla bla…. Ad un certo punto noto delle bacche rinsecchite
rosso rubino in una ciotolina, saranno state 10:ciò che rimaneva di una
colazione? Ehm no.. la colazione era appena iniziata. Saranno magici? Ne basta
uno per sentirsi dei supereroi? Erano i mittici Goji fruits. Pare che siano
degli ottimi amici per la salute, antiossidanti e alleati della giovinezza.
Peccato che siano cari come il fuoco e quindi vadano centellinati. Molto bio,
molto cari, ma farli vedere fa chic…
MAVVAFF….
4- IL
“SOCIAL” HOME MADE: Negli anni ’80 i nostri genitori avevano le competenze per
rammendare, cucinare, smacchiare. Eppure il mercato, grande blob fluido letale,
li ha convinti a far entrare in casa nutelloidi, brioscine, video games vari e
additivi fenomenali per la lavatrice, a impatto mortale per l’ambiente. Siamo
cresciuti con poche nozioni, insomma non è stato così per tutti, ma noto che
molti miei coetanei faticano a concepire l’uso della casseruola alta per
cuocere gli spaghetti e non sanno cos’è un ditale. Eppure i social pullulano di
post in cui tutti si cimentano nella realizzazione di complicatissimi
artefatti, e ricette superarcimegabio che nemmeno le nostre nonne conoscevano,
quindi pane raffermo rinvigorito e cotto al mattone, i tanto famosi pannolini
lavabili (per favore, li usate una settimana e poi vi viene una crisi isterica),
saponi fatti in casa appiccicosi e bruttissimi ma fotografati su un tagliere
grezzo grezzo molto chic. Fa figo? Molto, soprattutto se Instagram ti permette
di usare i magici filtri “vintage”. Non siamo capaci di manipolare le materie
grezze, e se anche lo fossimo comunque bisogna ammettere che ciò che spinge
a farlo è il regalo o la condivisione su
fb o chi per esso. Bisogna solo essere onesti.
Qui l’insulto è fuori luogo,
siamo vittime di questa tendenza.
5- TORTA SENZA TORTA : Miliardi di libri
pubblicati sulla cucina vegana, senza grassi, tutto soia, tibetana e non.
Vorrei proprio sapere quanto spendiamo per avere nella nostra libreria gli
innumerevoli libri su ricette, qua buone e là farlocche. Le vedi..queste case
in cui i libri parlano lingue “strane”:
cucinare con l’erba gatta, per dire. Nessuno sa cucinare i piatti tradizionali
come Dio comanda, però compriamo il manuale della Zia Nabilia nata in Messico e
trapiantata in Alaska per mangiare il pesce crudo che tra l’altro non arriva
nemmeno dall’Italia. La cosa pazzesca è leggere queste ricette gettonatissime,
scritte con esaltazione da occhi fuori dalla testa “Torta di frutta secca senza
uova, senza latte, senza burro..” Scusate ma la torta c’è? Oppure faccio la
fine di Alice nel paese delle meraviglie nella psichedelica merenda del
cappellaio matto (non bevve mai il the)?
MAVVAFF….
La cosa più chic è leggere e magari farvi una risata
portatrice di nuove consapevolezze.
La Nicoletta vi vuole bene!