venerdì 22 novembre 2013

Bio-Chic: ma vaffff.......!!!


Ciao lettori, casuali e affezionati da un po’,voglio toccare un tema molto caldo, attualissimo e vivace: l’ingresso trionfale del BIO-CHIC nelle nostre vetrine, virtuali e non, e nelle nostre morbide coscienze.
Pare che improvvisamente tutto sia diventato bio e per questo chic, per salvaguardare l’ambiente, per contribuire a mantenere semplice e pulito un mondo oversfruttato in tutte le risorse, per mantenere linda la nostra coscienza. Sembra che il senso di appartenenza alla comunità di gente informata e aggiornata si alimenti così: abbracciando le tendenze bio che fanno tanto bene al nostro avatar e al portafoglio di chi ci disegna intorno un bel gruzzoletto.
Il ritorno alla natura è rincuorante. Sinceramente sono a favore del riciclo, del ripensamento dell’uso di oggetti persi nel tempo, nel consumo di alimenti sani per il corpo e per la mente; fermo restando che non tutto ciò che splende è necessariamente oro. Temo che tutto questo Bio sia l’ennesimo strumento per creare tendenze redditizie e che molte persone abbocchino senza farsi troppe domande, eppure i quesiti da porci sarebbero semplici: è buono? È bello? È naturale e a km 0? Quindi costa meno?
Sfatiamo certe false credenze e non facciamoci “abbindolare”.

ELENCO BIO-CHICCATE o BIO-CLICCATE:

1-UOVA IN LAVASTOVIGLIE: un team dedito alla salvaguardia dell’ambiente ci consiglia di cuocere i nostri cibi non nel tradizionale forno o in padella antiaderente, NO, possiamo risparmiare energia e tossicità cuocendo in LAVASTOVIGLIE. Lo fareste a cuor leggero? Il pensiero che possa diffondersi uno zolfoso odore di uova nell’ambiente dedicato alle stoviglie vi piace? 
      
MAVVAFFF…..

2-  SCARPE DI PELLE DI ANGURIA: Un’amica mi ha informato circa l’arrivo sul mercato delle scarpe vegane, nello specifico di tratta delle nuove DOCTOR MARTENS: spontaneamente le ho risposto “sono fatte di pelle di anguria?”. No scusate ma era proprio il caso? Abbiamo le pellicce ecologiche, i sacchetti biodegradabili, il cotone organico ma la scarpa vegana mi fa ridere. Non conosco il prezzo ma credo che le Doctor Martens registreranno un discreto rialzo delle vendite.

MAVVAFFF….

3-  GOJI BOY, VERRA’ IL TEMPO DOVE NOI… Qualche mese fa mi sono recata in una bella città emiliana per un evento culturale con mia sorella: abbiamo pernottato in un b&b carino ma molto artefatto, sintonizzato sul canale “tutto naturale, shabby, eco, bio e chi più ne ha più ne metta”, i gestori erano in ansia perché dovevano dimostrare continuamente di aver fatto tutto loro, quindi per colazione budini di castagne bio con granelli di zucchero non trattato con latte rigorosamente di soya cotto in lavastoviglie e fatto asciugare su asciugamano di telo di fogli di riso tipico piemontese essiccato su… bla bla bla…. Ad un certo punto noto delle bacche rinsecchite rosso rubino in una ciotolina, saranno state 10:ciò che rimaneva di una colazione? Ehm no.. la colazione era appena iniziata. Saranno magici? Ne basta uno per sentirsi dei supereroi? Erano i mittici Goji fruits. Pare che siano degli ottimi amici per la salute, antiossidanti e alleati della giovinezza. Peccato che siano cari come il fuoco e quindi vadano centellinati. Molto bio, molto cari, ma farli vedere fa chic…

MAVVAFF….

4-  IL “SOCIAL” HOME MADE: Negli anni ’80 i nostri genitori avevano le competenze per rammendare, cucinare, smacchiare. Eppure il mercato, grande blob fluido letale, li ha convinti a far entrare in casa nutelloidi, brioscine, video games vari e additivi fenomenali per la lavatrice, a impatto mortale per l’ambiente. Siamo cresciuti con poche nozioni, insomma non è stato così per tutti, ma noto che molti miei coetanei faticano a concepire l’uso della casseruola alta per cuocere gli spaghetti e non sanno cos’è un ditale. Eppure i social pullulano di post in cui tutti si cimentano nella realizzazione di complicatissimi artefatti, e ricette superarcimegabio che nemmeno le nostre nonne conoscevano, quindi pane raffermo rinvigorito e cotto al mattone, i tanto famosi pannolini lavabili (per favore, li usate una settimana e poi vi viene una crisi isterica), saponi fatti in casa appiccicosi e bruttissimi ma fotografati su un tagliere grezzo grezzo molto chic. Fa figo? Molto, soprattutto se Instagram ti permette di usare i magici filtri “vintage”. Non siamo capaci di manipolare le materie grezze, e se anche lo fossimo comunque bisogna ammettere che ciò che spinge a  farlo è il regalo o la condivisione su fb o chi per esso. Bisogna solo essere onesti.
Qui l’insulto è fuori luogo, siamo vittime di questa tendenza.
5-  TORTA SENZA TORTA : Miliardi di libri pubblicati sulla cucina vegana, senza grassi, tutto soia, tibetana e non. Vorrei proprio sapere quanto spendiamo per avere nella nostra libreria gli innumerevoli libri su ricette, qua buone e là farlocche. Le vedi..queste case in cui i libri parlano lingue  “strane”: cucinare con l’erba gatta, per dire. Nessuno sa cucinare i piatti tradizionali come Dio comanda, però compriamo il manuale della Zia Nabilia nata in Messico e trapiantata in Alaska per mangiare il pesce crudo che tra l’altro non arriva nemmeno dall’Italia. La cosa pazzesca è leggere queste ricette gettonatissime, scritte con esaltazione da occhi fuori dalla testa “Torta di frutta secca senza uova, senza latte, senza burro..” Scusate ma la torta c’è? Oppure faccio la fine di Alice nel paese delle meraviglie nella psichedelica merenda del cappellaio matto (non bevve mai il the)?

MAVVAFF….

La cosa più chic è leggere e magari farvi una risata portatrice di nuove consapevolezze.

La Nicoletta vi vuole bene!

martedì 5 novembre 2013

GALATEO, quello sconosciuto: 5 preziosi consigli che fanno la differenza

Ciao a tutti, tornata!!!
Non ho scritto molto ma ho tanto osservato, ho letto, cucinato, servito e discusso circa il mio adorato cibo.
Vorrei parlarvi di galateo, di quel "buon" comportamento sociale che sarebbe tanto bello non perdere a tavola o comunque negli spazi condivisi con la gente come noi. Sono stata abituata a quelle regole fondamentali che contraddistinguono l'uomo dalla bestia fin da quando ero piccina picciò. Ringrazio mia mamma e mio zio per essere stati  tenaci e  intransigenti durante i pasti.
 Non è facile "risistemare" il tutto quando siamo adulti, quando le nostre abitudini sono ormai  incollate nel nostro cervello, nel reparto "manuale base del modus mangiandi". C'è chi non ha studiato o ancor peggio chi non ha comprato il libro: mooolto male! Parliamo di vita sociale e quindi rapporti interpersonali: una signorina al primo appuntamento con un uomo galante o un futuro im-probabile assunto a pranzo con un datore di lavoro prossimo alla valutazione. Voi non potete fare la figura del cagnaccio che non sa usare le posate o cose del genere. Io, con un tocco di piccante presunzione, mi avvalgo delle regole del galateo universalmente condiviso e riscrivo un sintetico ma corposo elenco di regole base per  uscirne vincitori a tavola e non rischiare per lo meno un'orrenda figuraccia.

1- NON PROVOCATE RUMORI MOLESTI: non siate chiassosi, parlando ad alta voce soprattutto se siete soprani (per la donna) e bassi (per l'uomo), oppure spostando con forza le sedie per prendere posto.: dareste l'idea dell'invadenza anche se siete rispettosi dello spazio altrui. Il visitatore ideale del ristorante dovrebbe spostarsi nella sala evitando che i presenti si girino per vedere chi è arrivato, oppure, ancor peggio, che qualcuno alzi la voce con i suoi commensali per farsi ascoltare.

2-LA PREVARICAZIONE MASCHILE: quant'è brutto vedere una coppietta il cui  l'uomo cerca di decidere tutto, il vino, il menù e soprattutto che parte per primo a ordinare il menù, un po' di galanteria.... su! Consultate la vostra lei e se volete stupirla decidete pure il vino ma anticipatamente!

3-USO E NON ABUSO DELLE POSATE: Su questo sono proprio rigida eh? Vedo ancora tanta gente che usa il cucchiaio per arrotolare lo spaghetto e per finire porta la bocca al boccone e non viceversa. Siamo nel "paese dello spaghetto" e non sapete mangiare gli spaghetti? Eh no! Inconcepibile! Io l'ho imparato a 5 anni! Siete ancora in tempo, anche se sarà difficile ottenere una performance perfetta. 
Piccolo sotto punto :
3.1 USO DEL COLTELLO: non si strappa la carne per farne brandelli, la lama deve fendere la carne con la mano destra con un'impugnatura delicata, e si taglia la bistecca a piccoli passi, non a mò di samurai in 8 secondi lasciando nel piatto un pastone adatto a vostro figlio di 7 mesi.

4-RINFORZI VOLGARI SUI PIATTI: Se ordinate un piatto lo fate perchè vi ha convinti dal menù, giusto? Se il cuoco ha preparato quello stesso piatto, presumiamo, ce lo auguriamo, ce lo aspettiamo, che sia composto delle cose giuste, nè più nè meno,e  allora non partite all'impazzata a cercare pepe, peperoncino, formaggi grattugiati, oli aromatici e quant'altro per arricchire la portata. L'unica cosa che fareste sarebbe rovinare quel povero piatto con un melting-pot di ingredienti buttati a caso come farebbe un bambino nel suo primo budino (di fango). Fidatevi e fatevi affascinare dall'opera preparata apposta per voi!

5-I TIRCHI non vadano al ristorante: evitate le scene pietose in cui sperate che l'altro paghi mentre tergiversate in panne vicino alla cassa. Purtroppo ho visto spesso chi ha cercato una toilette prima di pagare, chi riceve una telefonata mentre il gestore formula il conto. Per evitare simili figuracce da omini stabilite subito se volete pagare "alla romana" oppure tacete e pagate senza indugiare.

Qualcuno si sarà sentito preso in castagna, qualcun'altro riderà. Perdonate la mia rigidità ma sono cresciuta in un ristorante, deformata....ma informata!!!

Chi vuole portarmi a cena? ;-)