Senza Fb il mondo non sarebbe lo stesso: le vacanze meno colorate, le foto meno
interessanti, il fidanzato meno bello e via discorrendo. Io uso Fb ogni giorno,
il balordo si è impossessato delle nostre anime come Satana, lui attira come un
numero di EvaTremila, nessuno dice di leggerlo ma se lo vedi sul tavolino del
dentista lo desideri come l’acqua nel deserto.E’ un po’ come smettere di
fumare, sai che non è normale vivere su fb, ogni volta che prendi il cellulare
e vai su FB, ogni volta che aggiorni le notifiche sperando di vedere quel
piccoletto rosso con un numerino, ogni volta che nella “home page “ degli amici
sta per aprirsi una foto e allora ti fermi e aspetti con ansia di vedere com’è
in costume Mario.
I primi sintomi di questa malattia sociale..mi piace
nominarli, eccoli:
SBALZI D’UMORE: Amore, cuore, mamma, nonna, rancore e
tradimento: un enorme sconfinato pentolone in cui piace pucciare il dito a fine
settimana. Abbiamo questo bisogno di condividere continuamente ogni piccolo
stato d’animo, dal fastidio al dolore, dal sorriso alla felicità, passando per
tutti i colori del tintometro. Io ricordo quando scattava la semplice
telefonata all’amica del cuore, che esordiva così “Sara, mi manca, lo chiamo?”-
“No, non chiamarlo, resisti, fagliela pagare”. Poi si tornava a piangerci
addosso ma avevamo sfogato la nostra paranoia. Ora ogni momento è buono per
rendere partecipi “tutti” di quello che facciamo, e non si tratta solo di cuori
infranti, bensì anche di pure stronzate come un dito punto da un’ape oppure la
lavatrice che fa le bizze.
ABUSO DELLA CITAZIONE: E ora arrivo alla più triste
considerazione: l’uso della maledetta citazione. Non importa di chi (artista
cantante, pittore, filosofo, antropologo), basta che ci ricordi noi, la nostra
condizione di vittime di un amore non corrisposto, un lavoro non trovato, una
mamma che si sacrifica per il figlioletto. E’ di un patetico senza senso, chi
le posta non sa che gli unici a leggerlo sono dei disperati che proprio per la
loro condizione non possono apportare nessun miglioramento o saggio consiglio
alla “vittima”. Ma poi, se ci sono tutte queste vittime, i carnefici dove sono?
Vorrete mica dirmi che loro non hanno fb? Oppure se ne stanno in silenzio
dietro i loro profili, ah! Che vigliacchi!
STRESS, O “MEDIASTRESS”:Vogliamo parlare del post in media
stress? Es: “E allora lo prendiamo e via”- Cosa??? Cosa prendiamo? Chi? Ma a
che pro metti un post indecifrabile? Stai forse parlando da solo con il tuo
alterego? E tutti i 990 amici che rispondono “cosa? Chi? Dillo a me, scrivi in
privato, dicci, sfogati, impiccati”.
MAMMA MAMMA MAMMA: Ok, siamo diventate mamme, i primi mesi
sono un continuo pensare al bebè, dal mattino alla sera, lo so perché sono
mamma anche io, poi però torniamo a prendere confidenza con la donna, la
moglie, l’amica, la stronza che c’è in noi e allora si può parlare anche di “altro”
con i nostri contatti. Io ho aderito ad un apposito gruppo di mamme, i gruppi sono
fatti apposta per riversarci dentro “cose” che parlano solo di ciò che ci
interessa: ci si scanna anche! E anche bene! Provateci, ci prenderete gusto!
CURA:Secondo la sottoscritta una condivisione utile e non
dannosa allo stomaco di chi legge dovrebbe essere: divertente/provocatoria/informativa/
, una di questo per lo meno. Altrimenti esistono i messaggi privati, il
telefono. Giusto? Purtroppo una cura non esiste.
Qualcuno di chiederà se sono davvero così presuntuosa o
faccio finta. Un po’ tutte e due. Però ammetto con calore e simpatia che faccio
parte anche io di questa “tossicata”. Va così ma è bene conoscere la malattia,
aiuta ad accettarla e come dicono molti psicologi, la consapevolezza è la metà
della guarigione!